M° Koichi Tohei

Alla morte del M° Ueshiba, il più rappresentativo dei suoi allievi, il M° Koichi Tohei (1920), già 10° Dan e capo degli istruttori, iniziò a sviluppare nuovi concetti per la pratica di quest’Arte Marziale. Il suo studio, che a tutt’oggi prosegue, lo portò a fondare una propria scuola, caratterizzata dal fatto che la pratica di quest’Arte è guidata da 4 principi per la pratica del “Ki” e 5 principi per quella dell’Aikido. Con la codificazione di questi “Principi”, affiancata da una metodologia appositamente messa a punto per il loro insegnamento, il M° Tohei ha reso più facile la comprensione e la padronanza di tutti quegli aspetti dell’Aikido che fino a quel momento, essendo avvolti da un’aura mistica, rendevano pressochè impossibile ai più andare oltre la mera pratica fisica e tecnica.
Nella “Ki No Kenkyukai”, la scuola fondata dal M° Tohei, l’Aikido ha preso il nome di Shin-Shin Toitsu Aikido (Aikido con unificazione tra mente e corpo) o più semplicemente Ki-Aikido.

Anche nel Ki-Aikido naturalmente la pratica con le armi e delle tecniche a mano nuda riveste un ruolo essenziale, dando particolare rilievo all’invio di Ki e alla posizione della mente nello spazio, in modo da poter fronteggiare in qualsiasi istante un imprevisto, da qualsiasi direzione provenga.
Al praticante viene quindi illustrato sia come eseguire una tecnica che come subirne una, sviluppando un corretto metodo di caduta (Ukemi) e la rilassatezza necessaria ad esprimersi al meglio. Come in tutte le Discipline marziali, esiste anche qui una scala di gradi, che identificano il livello del praticante: anche in questo caso una serie di esami andranno superati per continuare correttamente nella pratica dello Shin Shin Toitsu Aikido.

Per chiarire le leggi del corpo e della mente, ed il modo per unificarle, vi presento i seguenti quattro princìpi. Questi princìpi non hanno paralleli nella storia umana:

1. MANTENERE IL PUNTO;
2. RILASSARSI COMPLETAMENTE;
3. MANTENERE IL PESO SOTTO;
4. INVIARE IL KI.

Questi quattro princìpi sono essenziali per poter coordinare la mente e il corpo. Se non ci atteniamo a queste regole, sarà impossibile raggiungere tale coordinazione. Io ho stabilito queste quattro regole ed esse sono l’oggetto primario dell’insegnamento nella Ki No Kenkyukai (Associazione internazionale del Ki). Da tempi antichi gli uomini hanno raggiunto la coordinazione fra mente e corpo, ma nessuno ha mai insegnato queste quattro semplici regole”.

«Nannosono iwao omo tosu kuwa no yumi» (quando un uomo ha una volontà ferrea, può penetrare una roccia con una freccia di legno).

Tanto tempo fa, avvenne in Cina che di notte un giovane uomo camminasse, quando d’un tratto s’accorse che lungo il bordo della strada era accovacciata una tigre pronta a saltargli addosso. Per salvarsi l’uomo prese una freccia per l’arco e tirò con tutto il suo cuore. La freccia infilzò la tigre che però non fece il minimo movimento. Allora l’uomo trepidante s’avvicinò e guardò. Non si trattava di una tigre ma di una grande roccia la cui forma ricordava una tigre accovacciata. Quella freccia tirata con tutto il cuore era penetrata in una roccia.

Storie simili si trovano in tutte le epoche e in tutti i luoghi. Benché siano troppe per raccontarle una ad una, tutte ci parlano della grande potenza di una mente ed un corpo unificati. Tutti i grandi uomini, i veri artisti, santi e buddisti, devono aver acquisito la coordinazione tra mente e corpo“.

(Tratto da: «Book of Ki: Co-ordinating Mind and Body» La potenza della mente e del corpo unificati)

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